Trattamento dei campioni istologici

Le cellule e i tessuti derivati da prelievi per patologie neoplastiche, infiammatorie, degenerative ecc. rappresentano campioni biologici sovente irriproducibili, sui quali l’anatomo-patologo è tenuto a fornire una diagnosi basata su quadri morfologici e/o caratteristiche molecolari.
Per fornire una diagnosi accurata e completa il tessuto in esame deve essere conservato in modo ottimale, per evitare che le cellule che lo compongono possano andare incontro a processi di degradazione e alterazione, che se non adeguatamente controllati possono limitare o impedire la diagnosi.

Il materiale tissutale bioptico che perviene ai laboratori di Anatomia Patologica per poter essere analizzato e studiato, deve essere trattato con metodiche istologiche atte a fissare, includere, tagliare al microtomo e colorare i campioni pervenuti.
A seguito di questi trattamenti il medico Anatomopatologo può esaminare al microscopio il campione biologico e formulare una diagnosi.

La fissazione del pezzo da esaminare è un processo di fondamentale importanza per la buona riuscita di un preparato istologico. Viene effettuata subito dopo l’asportazione del tessuto e ha lo scopo di prevenire le modificazioni che intervengono in seguito al prelievo.
Una volta fissato, il tessuto pervenuto viene ridotto alle opportune dimensioni attraverso la fase della riduzione e, inserito in piccole cassette di inclusione, subisce una serie di passaggi attraverso una scala ascendente di alcool (da 55° a 100°), che consente la disidratazione del tessuto.
In questo modo infatti il tessuto viene preparato alla fase successiva, l’inclusione. Attraverso questo procedimento il tessuto viene immerso in una sostanza, la paraffina, che avendo un punto di fusione basso tra 44°C e 60°C non altera il tessuto, ma essendo solida a temperatura ambiente, permette al pezzo una volta solidificato, di essere tagliato in sottilissime fettine dello spessore di pochi micron.
Le fettine così ottenute vengono posizionate sugli appositi vetrini porta-oggetto, e colorate in maniera tale che le diverse strutture biologiche, che altrimenti sarebbero trasparenti, siano visibili al microscopio ottico e vengano messe in evidenza con colori diversi.
A questo punto il vetrino è pronto per la lettura da parte del medico Anatomo-patologo.

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